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Nucleare: non s'ha da fà più


Relativamente al quesito sul nucleare del prossimo referendum, a cui si riferisce l' articolo "incognita nucleare" pubblicato su Lettera 43, ancora riamane tutto da definire, nonostante che siano partite le tribune elettorali in RAI.
Infatti nell' articolo 5 del decreto Omnibus, ci sono delle volontarie ed obbligate omissioni ( comma 1, 5 e 8 dell' art 5 del decreto) che non soddisfano le "esigenze" referendarie, valorizzando ulteriormente la consultazione popolare.
Nel articolo di "lettera 43" si sottolinea, fra le altre interessanti sfumature", come il governo abbia preso in considerazione l' onda emotiva derivata dal planetario disastro di Fuckushima :.... "Per il governo, però, si tratterebbe di preferenze drogate dalle reazioni emotive scatenate dal disastro della centrale nucleare di Fukushima in Giappone."... LIFEGREEN sostiene contro questa valutazione di basso livello, che invece votando SI proprio ora nel quesito referendario, indetto peraltro in tempi non sospetti, dopo questa "illuminante" quanto disastrosa coincidenza nucleare,
prima di tutto, non si faranno cadere nel vuoto le sofferenze di milioni di persone che direttamente e indirettamente sono state colpite e verranno colpite dalla fatale contaminazione radioattiva di questa ennesima sciagura nucleare. Ora e proprio ora dobbiamo dire basta a questa "anacronistica" tecnologia. Ricordiamoci dei bambini, i più delicati, perchè in pieno sviluppo fisico, infatti a causa della contaminazione nucleare, avranno segnata la propria vita per sempre !!
In secondo luogo:
dopo l' esito del referendum del 1987 il popolo Italiano dichiarava la fine del nucleare nel nostro paese (almeno delle centrali); nel 2008 il neo eletto governo Berlusconi, contro questa decisione democratico popolare, decise di riportare il nucleare in Italia (nel programma di governo, in campagna elettorale, ovviamente la cosa non fu pubblicizzata). Ma guarda caso, proprio la "coincidenza", a marzo del 2011 qualche nìmese prima del referendum, arriva il disastro di Fuckuscima. Un segnale più evidente di questo pure le pietre lo capiscono. Infatti in tutto il mondo si accellera esponenzialmente verso alternative energetiche pulite, si protesta contro il nucleare e molti governi sono costretti a rivalutare tutto l' attuale comparto nucleare. Del resto sono momenti difficili per l' atomo: sono svariati anni che non si costruisce più una centrale nucleare ex novo, il settore nucleare è in crisi nera.
Ma nonostante "il carico da dieci", in Italia per qualche giorno, dopo Fuckushima, i politici filogovernativi, imperterriti, appoggiano a testa bassa il ritorno del nucleare "ITALICO". Bravi coglioni (il francesismo, non è radioattivo, tranquilli). Del resto, loro, fanno il proprio mestiere, appoggiare la lobby assetata di soldi e di nuove commesse, alla faccia del bene pubblico nazionale, concetto, molto spesso, in netta contrapposizione con l' interesse economico privato ( vedi anche acqua) .
A questo punto diventa impossibile non notare l' evidenza: appena si è scelto di riportare l' Italia al nucleare, nonostante il refendum del 1987 che all' epoca fu indetto proprio sull' onda emotiva di Chernobyl (che c' è di strano, non sarebbe uno strumento popolare e democratico), tempo di mettere nero su bianco i vari articoli di legge, è arrivata come un' uragano planetario Fuckushima. Sarà il caso di lasciar perdere, forse è l' ennesimo segnale globale ( speriamo l' ultimo?) che questo nucleare "non s'ha da fà più" !!


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